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I Talkin’ Chaos tra grunge, emo
e speranza provinciale

Recensione di Giuseppe Tricoli

Recensioni

In un panorama musicale italiano spesso dominato dal pop da classifica, che cerca invano di mascherarsi da internazionale, guardare all’underground rimane ancora l’unico modo per scoprire proposte autentiche.

Già a partire dal titolo “Felt Cool: might delete later”, I Talkin’ Chaos mostrano la loro attitudine generazionale. In gergo internettiano significa più o meno “mi sentivo figo in questo momento, magari cancello dopo”. È un piccolo gesto di autoironia che però nasconde qualcosa di più profondo: un album che esplora fragilità e desiderio di riscatto, senza prendersi troppo sul serio.

I Talkin’ Chaos sono cinque ragazzi di Vicenza che, con il loro esordio, mostrano un sound fresco (soprattutto nel contesto in cui ci troviamo) e sorprendentemente vicino a quello dell’alt rock/shoegaze americano, con riferimenti a gruppi come Title Fight, Basement, Balance and Composure, Movements, ma anche nomi di caratura internazionale come i The Smashing Pumpkins e i The Cure.
In attesa di una reunion tanto agognata dei Title Fight, però, addentriamoci nel nuovo lavoro di questi cinque ragazzi.

Ogni traccia di Felt Cool: might delete later racconta una storia diversa, ma sempre coerente con un filo emotivo potente. I Will Lie riprende l’intensità del grunge post-anni 2000, con chitarre ruvide e un cantato che non perde mai la tensione emotiva. July è un momento più intimo, indie rock nella forma e malinconico nella sostanza, mentre Tomato pesca dal midwest emo con linee melodiche catchy e ballerine.
La chiusura viene affidata a So Bad, forse la traccia più bella dell’album, la perfetta conclusione di un viaggio musicale che esplora stanze chiuse e pensieri insonni, con una delicatezza che riesce a trasmettere sia vulnerabilità sia un briciolo di quella speranza tipica della gioventù della provincia.

Il cantato in inglese, naturale e convincente (che non è per niente scontato), testimonia la cura e l’impegno dei cinque vicentini, così come la capacità di contaminare sonorità diverse senza mai perdere coerenza.

Con questo lavoro, i Talkin’ Chaos non solo dimostrano talento e maturità, ma si candidano a essere uno dei nomi più interessanti della scena indie/alt rock italiana, dimostrando che il vero respiro internazionale può nascere anche lontano dalle classifiche mainstream.

Felt Cool: might delete later

  1. Blink
  2. Let me sleep
  3. Sit in silence 
  4. I will lie 
  5. SWSAF
  6. July
  7. Tomato
  8. Do I care?
  9. Mud
  10. So bad

 

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